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gli ultimi nel vangelo

Quarto punto. Noi abbiamo sempre la concezione di pensare che “ultimo” sia un altro, ma la grande domanda che ci pone il Vangelo è questa: “Noi siamo sì o no ultimi?”. Datemeli! (Is 55,8-9). Noi abbiamo già in mente come deve essere uno che non ha un lavoro. Ma che cos’è l’umiltà? Consiglio Internazionale OFS. Una volta che siamo rimasti stupiti del dono divino ricevuto e immeritato, come ricambiare quella ricompensa? Questa è l’esperienza straordinaria che fanno i santi. La ragione per cui il Vangelo secondo Marco è considerato il primo è che sia il Vangelo se… Non hai forse concordato con me per un denaro? In tutto l’Antico Testamento questa preferenzialità di Dio viene manifestata, solitamente, con una frase che si ripete molto spesso: “Io sono colui che ha cura – dice Dio – dell’orfano e della vedova”. Invece nella relazione con il Padre unito al Figlio nello Spirito Santo c'è sempre un dono gratuito da parte Sua nei confronti di ciascuno di noi, c'è sempre il dono eccedente di un valore immenso, «mille volte» maggiore del valore di ogni nostra buona azione nei suoi confronti, anche quando abbiamo lasciato tutto: padre, madre, fratelli, sorelle, beni materiali. Questa è la grande differenza: noi siamo discepoli di un Dio inimmaginabile, non di un Dio che ci siamo disegnati noi a nostra immagine e somiglianza. Spaventati! Evangelo è il termine per tradurre il greco εὐαγγέλιον (lett. Finché non sentiamo di essere così bisognosi di Cristo, ancora non abbiamo scoperto quanto siamo ultimi e, quindi, proprio per questo, non abbiamo ancora scoperto quanto siamo amati da Lui. Noi abbiamo la promessa di Gesù che sarebbe ritornato con potenza e gloria, accompagnato da quegli Esseri di Luce dalla scienza inconcepibile. La stessa cosa dice il versetto immediatamente precedente il racconto della parabola, facendone da cornice: «Ma molti primi saranno ultimi e ultimi i primi» (Mt 19,30). Dobbiamo dirlo attraverso noi stessi; la nostra vita deve dimostrare che è vero che il regno di Dio è vicino a lui. «Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi» (Mt 20,16). Lasciarci provocare dagli ultimi. Quando dico molto umana, significa che nel paganesimo tutto ciò che è di psicologico, di interiore che ci portiamo addosso, lo appiccichiamo sulla divinità, cioè le nostre aspettative su che cosa o chi dovrebbe essere Dio le disegniamo noi, con le nostre mani, con le nostre forze. Redatto in greco intorno al 70 d.C., probabilmente a Roma, deriva da precedenti tradizioni orali e scritte in aramaico. Che noi siamo diventati bravi a lamentarci; bravi ad analizzare quello che non va; bravi a fare il punto della situazione, ma non abbiamo capito che il Signore a noi chiede solo di fare il nostro possibile. Non importa tanto questo è capire che abbiamo bisogno di qualcuno che ci riconcili con la vita e forse anche con quella gara con cui certe volte viviamo la vita, perché siamo sì bravi, ma perché ci siamo messi a gara con noi stessi. Pietro dice: Signore, salvami! E l’uomo Pietro, l’uomo su cui Cristo fonda la sua Chiesa, sintetizza, in una preghiera che ci dice che cos’è l’umiltà e che cosa significa la scoperta di essere ultimi, tutto quello che abbiamo detto fino ad ora. Finchè noi pensiamo che ci basta la nostra intelligenza che ci basta la nostra salute che ci basta il nostro stipendio che ci basta la nostra furbizia… Per dire che siamo felici? Era il tempo favorevole del ritorno; era stato loro donato inaspettatamente. Questa è la grande domanda. Dio è presente! Pensiamo di essere primi davanti a lui, perché abbiamo un servizio nella chiesa, perché siamo codificati in un certo modo, perché siamo catalogati così, perché facciamo questo o quest’altro. capite che noi dobbiamo ascoltare la realtà e dire: questa realtà come posso servire! Alfredo Consorte, Capitolo elettivo Fraternità Ofs di Angri. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che … Vedono me; vedono il mio amore, il mio impegno, la mia prossimità e capiscono che Dio esiste. Anche se arriveranno in ritardo, nell'ultima ora, la stessa uguale ricompensa è garantita. Con gli ultimi e gli emarginati Dom, 20/12/2020 - 09:00 Ma già il giorno prima i quotidiani di Napoli avevano preannunciato il lieto evento, dando giusto risalto alla notizia che per mezzogiorno di sabato erano stati convocati i cleri della Arcidiocesi napoletana e della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese e Sant’Agata dei Goti. Tag: Avellino - RosetocaritàChiesadiscepoli del possibiledon Luigi Maria EpicocoevangelizzazionefedeGesù CristopoveriultimiVangelo, Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Francesco è talmente umile che di lui si può dire, senza essere eretici, che è un alter Christus che è un altro Cristo. Lo aveva capito l'apostolo Paolo, il quale si ritrovò improvvisamente graziato dall'incontro con Cristo nella via di Damasco, nonostante lui fosse un convinto persecutore dei cristiani e si portasse dentro la responsabilità dell'uccisione di Stefano. Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Noi abbiamo costantemente bisogno che qualcuno ci dia le cose più importanti della vita! Mendicante ragazza e donna Spinning di Giacomo Antonio Ceruti, detto il Pitocchetto. Però dobbiamo stare molto attenti, perché quando pensiamo a Dio, lo pensiamo come un essere giusto, ma giusto secondo una prospettiva umana, cioè nel senso che Lui tratta tutti allo stesso modo: ecco, questa è una visione pagana di Dio, perché il nostro Dio non è un Dio giusto alla maniera umana, il nostro è un Dio di parte, cioè un Dio che si è schierato. Che non merito niente! Sentite la forza di questa cosa? Ma perché Gesù riesce ad avere più feeling con i ladri, le prostitute, con i lebbrosi che venivano scartati dalla società, perchè, giustamente, la loro era una malattia contagiosa e, quindi, venivano fatti fuori dalla società, per non fare ammalare gli altri? Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo Ad esempio, se in una casa c’è un figlio che ha problemi fisici, ad esempio un handicap, è inevitabile che la relazione della madre con quel figlio sia più stretta, più intima, più profonda. Forse è già capitato un fatto della vita in cui abbiamo già sperimentato di essere stati graziati dal dono di sentirci figli amati del Padre e di avere ricevuto il salario immeritato dello stesso dono dello Spirito Santo elargito dal Padre a tutti gratuitamente, giudei e pagani, giusti e ingiusti, vicini e lontani, credenti e non credenti, grazie al Figlio suo, il quale liberamente, obbediente alla volontà del Padre, si è fatto pane spezzato e sangue versato per noi e per la salvezza di tutta l'umanità mediante la sua morte di croce. Non dobbiamo avere paura di amare, senza apparire. Allora vedete noi non possiamo occuparci dei poveri, pensando che i poveri sono gli altri, non possiamo occuparci degli ultimi, pensando semplicemente che gli ultimi sono alcuni. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone Perché Gesù, essendo ebreo, profondamente ebreo – e non ha mai rifiutato la sua appartenenza al popolo ebraico -, si avvicina così pericolosamente, vertiginosamente alla morte – perché se tu tocchi la morte diventi impuro-? «Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi» (Mt 20,16). Guardate che questi siamo noi, eh! Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. dei peccatori; perché Lui tocca i malati; perché ha a che fare con lo scarto della società. Ora Qumran ha bisogno di te. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, Fratelli miei, noi siamo spaventati, quando ci accorgiamo che la fede in cui crediamo è vera. "buona notizia" o "lieta novella"). Non è che c’è bisogno per forza di sbatterci il muso, per accorgerci di questo. 12dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Allora il grande portavoce degli amici di Gesù, il grande portavoce di questa chiesa nascente, di questa compagnia un po’ sgangherata, anche se costruita intorno a Gesù, Pietro, dice: Se sei veramente tu, allora fammi venire, fammi camminare anche a me, su queste acque. Gli ultimi saranno i primi, i primi saranno ultimi. Cosa significa? Sa che non gli serviranno più i suoi ragionamenti, la sua intelligenza, il fatto che è un pescatore; non gli servono più le sue esperienze, le sue cose. È il dono della proposta di comunione del Padre, cioè della nuova ed eterna alleanza, già realizzata una volta per tutte con la morte, sepoltura e risurrezione di Gesù, suo Figlio amato e con il dono dello Spirito Santo già effuso gratuitamente nel cuore di ogni essere umano, anche in ciascuno di noi.Nemmeno ce lo aspettavamo, nemmeno ce lo meritavamo. Significa che dobbiamo far pace col fatto che noi non risolviamo i problemi di fondo della vita delle persone, noi siamo semplicemente ciò che dovrebbe più ricordare a quelle persone che non sono sole, perché qualcun altro, con la “Q” maiuscola, li ama e noi siamo solo segno Suo, ma non siamo Lui. Tutto il Vangelo è pieno di professioni di fede dei dèmoni, precise, corrette, ma che cosa manca al demonio: la carità; il demonio può anche avere la fede, ma non ha la carità. I primi, visto quanto accade, pensano di ricevere di più. Gesù lo spiega così nel Vangelo. Dal Vangelo secondo Luca Lc 14,15-24. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. In uno di questi racconti ci sono i discepoli che, con molta fatica, cercano di barcamenarsi nell’acqua, in una barca, mentre hanno una tempesta contro. Finché Gesù ci fa il catechismo, lo accettiamo; finché deve spiegarci una parabola, lo accettiamo; finché deve moltiplicare due pani e due pesci, va bene, mangiamo di questi pani e di questi pesci; finché dobbiamo vedere qualche miracolo, va bene, vediamo anche qualche miracolo. Dio è qui! Ci fa vivere in relazione con gli altri in nome della comunione, dell'unità nella carità.«Ultimi» perché graziati. L’umiltà è avere la testa un po’ reclinata, storta? Se cominciamo a credere in questo, cioè a considerare che noi siamo figli di un Dio che fa preferenze, dobbiamo domandarci che preferenze fa il nostro Dio. – dice il Vangelo – sprofonda nell’acqua. Ma nella relazione con il Padre unito al Figlio nello Spirito Santo le cose non funzionano alla stessa maniera delle relazioni umane dettate da questa legge economica dell' «Io ti do se tu mi dai (do ut des)». Un Dio che ha fatto non la scelta di rimanere neutrale, fermo in un posto, di bene a tutti allo stesso modo. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». Qualcosa di simile ci dice Dio di se stesso. Quelli che, credo, dovremmo tenere presente questa sera sono, fondamentalmente, due aspetti, infatti la mia riflessione sarà divisa in due tempi. Vi ricordate la grande catechesi che Gesù fa davanti a cinquemila persone – in realtà sono contati soltanto i maschi, dovete aggiungere donne e bambini – migliaia e migliaia di persone, poi, a un certo punto, si sveglia che vuole dare da mangiare a tutti: ma come si fa a dare da mangiare a tutti? C’è una cena famosissima, accaduta a casa di Simone il fariseo. Allora evangelizzare significa mostrare questa prossimità e costruire questa prossimità. L’autore del Vangelo secondo Marcosarebbe stato secondo, gli studiosi, Giovanni-Marco, compagno di predicazione di Pietro. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Perché Francesco, certe volte prega e in tutta la sua preghiera piange: piangere di cosa? 1 «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.2 Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.3 Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati 4 e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Questa è la grande sfida dell’evangelizzazione: non portare le persone a noi; non fidelizzarle a noi; non dire: ci siamo noi, abbiamo risolto tutti i tuoi problemi. ... Una condanna che la Chiesa ha ribadito soprattutto negli ultimi anni, e in particolare con gli ultimi Papi. Quando in questa parabola evangelica si parla di operai, si riferisce ovviamente alla vigna del "Popolo di Dio". Faccio un esempio. Pensate a quanto sia scandaloso quel gesto che accade a casa di un fariseo. Allora Pietro scende da quella barca e realmente comincia a camminare su quelle acque, quando, ad un certo punto, si accorge che la tempesta continua ad imperversare. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Fratelli miei, lo dico qui, sapendo che nessuno di voi mi fraintenderà. Dio non si è dimenticato di te, la tua vita non è un incidente! Tu non sei abbandonato! No, perché evangelizzare significa: diventare Sacramento della presenza di Dio nella vita delle persone. La mia domanda è: Ci crediamo o no? A morire, per me! Cioè, tutto quello che rende la Chiesa tale, non è organizzare; anche organizzare la carità, o il servizio a qualche cosa, far funzionare una struttura: non è questo il cuore della Chiesa! Allora un buon medico, non è uno che cura le malattie, è uno che ha in mente che cura malati, cioè persone che soffrono.

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